“Fra le quattro e le cinque di oggi il nuovo grande vascello Vasa si è rovesciato ed è affondato.” Con queste poche parole veniva annunciata la fine di un’avventura finita ancora prima di cominciare. Il Vasa fu il vascello da guerra più costoso che la Svezia avesse costruito all’epoca. Quello che sarebbe dovuto essere uno dei momenti più gloriosi della storia della flotta svedese, finiva in tragedia.
Era il 10 Agosto del 1628 e tutto era pronto per il viaggio inaugurale, il tempo era buono e soffiava un vento leggero. A bordo si trovavano un centinaio di persone e molti curiosi erano presenti sulla riva per assistere alla tanto attesa partenza della nave. Le vele furono alzate, i cannoni spararono a salve e molto lentamente il Vasa iniziò il suo primo e l’unico viaggio.
“Una volta uscita nel golfo all’altezza di Tegelviken, la nave prese un po’ più di vento e cominciò a piegarsi molto sotto vento, per poi raddrizzarsi ancora un po’; arrivata però all’altezza di Beckholmen, si piegò completamente sul lato, l’acqua entrò attraverso i portelli dei cannoni, e la nave si inabissò lentamente con tutto il suo arredo di vele e bandiere.”

Dopo aver percorso solo 1300 metri, colpito da una raffica di vento, il Vasa si capovolse e affondò nelle acque di Stoccolma. Raggiunto dalla notizia del naufragio solo due settimane dopo, mentre si trovava in Prussia, il re svedese Gustavo II promise che al suo ritorno i colpevoli dell’accaduto sarebbero stati puniti.
Nell’istruttoria per trovare i responsabili della sciagura si coinvolsero i vivi e i morti (questi ultimi non potevano difendersi), il Dio e il Re (entrambi infallibili) ma alla fine non fu incolpato nessuno.
Ma per quale motivo affondò il vascello Vasa?
Molto probabilmente il Vasa affondò a causa delle lacunose nozioni teoriche dell’epoca che non permettevano di fare i calcoli esatti di stabilità. Nel Seicento i costruttori delle navi disponevano solo di una tabella che riportava certe misure e questo documento veniva custodito come un segreto di famiglia e tramandato da generazione in generazione. Ogni nuova nave veniva costruita, dunque, sullo schema di una precedente. Nel caso specifico del Vasa furono apportate delle innovazioni: il vascello era più grande e carico di artiglieria più pesante e molto probabilmente i calcoli stabiliti non erano adatti alle sue dimensioni.
Tra il 1664 e il 1665 “gli uomini che camminavano sott’acqua”, come venivano chiamati i sommozzatori nel Seicento, riuscirono a recuperare ben 50 di 64 cannoni del Vasa. Il recupero fatto con una campana subacquea fu descritto da un sacerdote italiano che si trovava a Stoccolma a quei tempi:
“Completamente vestito di cuoio e con doppi stivali di pelle, il sommozzatore stava in piedi su una piattaforma di piombo che si trovava sotto la campana. Alla mia domanda curiosa rispose che poteva restare sott’acqua una mezz’ora; ma era la fine di ottobre e dopo un quarto d’ora la campana venne tirata su e l’uomo tremava di freddo, nonostante fosse un fisico forte e abituato ai rigori locali. “

Nel 1956 un uomo di nome Anders Franzén, dopo cinque anni di ricerche, riuscì ad individuare il relitto. Provate ad immaginarvi un uomo che per l’ennesima volta esce quella mattina in barca, si ferma probabilmente in un altro punto del mare, lancia di nuovo lo scandaglio e forse senza nemmeno sperarci più, pesca un pezzetto di quercia annerita che non era altro che un frammento del relitto affondato più di 300 anni prima… Ma cosa spinse un uomo come Franzén, armato di scandaglio, di una sonda, di mappe e di sole notizie di archivio a tornare in barca ripetutamente per cinque lunghi anni a cercare questa nave nelle acque della Capitale?

Franzen sapeva bene che il Mar Baltico ha una composizione ben diversa da altri mari. Sapeva che non ospita la teredine, un piccolo mollusco che in mari più salati normalmente distrugge tutto ciò che è di legno. Sapeva che le navi che affondano nel Baltico avrebbero potuto conservarsi per centinaia e migliaia di anni. E così fu. La nave fu trovata e ci vollero ben cinque anni di lavoro per effettuarne il recupero. La Marina offrì uomini e imbarcazioni, furono trovati i finanziamenti e il relitto fu trasportato in 16 riprese in acque meno profonde.

Dopo 333 anni sul fondo del mare il Vasa fu recuperato
Il 24 aprile 1961 il Vasa fu portato in superficie e si offrì agli occhi del mondo. Subito dopo il recupero venne sistemato in un bacino di carenaggio sull’isolotto di Beckholmen dove per la prima volta fu possibile ammirare la nave intera. Si era conservato grazie al fango e all’acqua salmastra povera di ossigeno, ma ora bisognava fare in modo di evitarne il decadimento. Dopo pochi giorni di esposizione all’aria asciutta, il legno bagnato comincia ad asciugarsi, a ridursi di volume e a spaccarsi. Per evitarlo, il relitto fu trattato con particolari soluzioni chimiche che permisero al legno di perdere l’acqua e di mantenere il volume senza rompersi. Gli scavi archeologici effettuati in seguito, oltre a recuperare i reperti, i tesori e gli scheletri di 25 persone affondate, avrebbero svelato uno spaccato della vita del XVII secolo.

Il giorno in cui affondò, la vita a bordo della nave si era fermata. Un marinaio rimasto schiacciato sotto l’affusto di un cannone fu trovato con 20 centesimi di monete di rame in tasca. L’abbigliamento di un altro invece si era conservato completamente e ci dà l’idea del modesto vestiario che aveva. La maggior parte del tempo a bordo un marinaio lo passava nell’ambiente freddo, umido e buio del ponte dei cannonieri, ammassato insieme ad altre centinaia di soldati. Nei contenitori e nei bauli fu trovato di tutto: dal burro ancora conservato alle fiaschette di rum, utensili, piatti e posate, fino ai giochi da tavolo usati dagli ufficiali per ammazzare il tempo.

Dove si trova oggi il relitto VASA?
Come vivevano i marinai a bordo? Come si vestivano e cosa mangiavano, come passavano il loro tempo e tanto altro ancora potete scoprirlo al Museo Vasa di Stoccolma. Inaugurato nel 1990, il museo custodisce uno dei più antichi relitti al mondo. Attraverso i mezzi di tecnologia moderna è stato possibile effettuare la ricostruzione facciale di alcuni membri dell’equipaggio e ricostruire tanti altri pezzi mancanti della storia del vascello. Ancora oggi la nave viene costantemente trattata con i conservanti per garantire la durata nel tempo di questo importante pezzo di storia svedese.
INFO UTILI
DOVE SI TROVA: Il museo è situato sull’isola Djurgården.
COME ARRIVARE: Dal centro di Stoccolma si impiegano circa 10 minuti in bicicletta, o circa 20 minuti a piedi per raggiungere il museo Vasa. E’ raggiungibile in tram, autobus e traghetto. Per gli orari dei mezzi pubblici, consultare il sito del servizio di trasporto pubblico di Stoccolma.
ORARI: Aperto tutto l’anno. Gli orari sono consultabili sul sito del museo.
BIGLIETTI: Adulti 150 SEK / Bambini e giovani 0-18 anni 0 SEK. Il prezzo di ingresso comprende: visita guidata, visione dei film, audioguida e percorso per le famiglie che vogliono scoprire il museo da soli. Ingresso per i gruppi va prenotato.
STAY TUNED!
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