
HANOI è una città pittoresca nella quale tutto, ma proprio tutto si svolge in strada. Le vere protagoniste della vita qui sono loro, le motociclette, che sfrecciano in tutte le direzioni, senza badare ad altri mezzi o alle persone. Sono talmente tante che diventa persino difficile attraversare la strada senza correre il rischio di essere investiti. Ovunque ti giri vedi migliaia di caschi multicolore, a volte due o più persone a bordo dello stesso scooter. Indossano tutti una mascherina per proteggersi dall’inquinamento. Le mascherine qui sono fashion. Acquistabili ovunque e in mille colori.

I marciapiedi invece, che dovrebbero servire per camminare, sono completamente occupati dalle persone. C’è chi vende il cibo preparato al momento, chi lava i piatti, chi pulisce o prepara la verdura, c’è chi mangia o semplicemente conversa con altri. Alle cinque del mattino o alle undici di sera. Pacifici. Sorridenti. A piedi nudi. Anziani. Giovani. Bambini. Sono tutti qui.


Poi ci sono le biciclette. Stracariche di cose, di tante cose. Mentre le guardi, ti chiedi come fanno ad assemblare tutte quelle bottiglie, o tutti quei cesti, o tutti quei tappeti in cima ad una bici e poi guidarle? Questo qui sembra essere un’arte, un mistero per noi occidentali.



Le porte delle loro abitazioni sono aperte. Da fuori si intravede un arredamento minimal: letto, cassapanca, qualche sedia, poca roba. Sembra che abbiano niente. Eppure sorridono tutti. Se ti capita di incrociare il loro sguardo, rispondono con il sorriso e si inchinano. Sembrano persone più felici di questo mondo.


Fare un giro in cyclo qui è un’esperienza da fare. Nelle stradine del Quartiere Vecchio bisogna fare i conti con le motociclette e le auto. Tutti spingono per andare avanti e per farlo usano il clacson, tanto che ad un certo punto ci si trova storditi dal rumore e in preda al panico per il timore di un incidente. La cosa migliore è non pensare, rilassarsi e fidarsi del proprio conducente. I vietnamiti sono artisti anche in questo.


Se vi trovate nei pressi del lago Hoan Kiem, dopo aver visitato il Tempio di Ngoc Son, fate un giretto a piedi intorno, in mezzo all’area verde. Troverete li molti abitanti del posto, all’aria aperta a fare ginnastica o praticare il Thai Chi. Addentratevi poi tra le stradine del Quartiere Vecchio e godetevi il caos ordinato di Hanoi, immergendovi nei profumi, nei suoni e nelle immagini uniche di questo luogo. Venditori ambulanti girano ovunque con cesti fumanti di cibo locale. Assaggiatelo. La zuppa di noodles pho è davvero squisita. Fermatevi per un buon caphe in uno dei locali del centro. Vi daranno una tazza con un coperchietto e dovrete aspettare un po’ finché non sia pronto, ma ne vale davvero la pena perché è buonissimo. Il cibo venduto sui marciapedi viene fatto al momento e con alimenti freschi. Si può trovare di tutto, dalle vongole e carne cruda agli involtini e zuppe pronte per essere mangiate strada facendo.

Questo quartiere, che ha più di 1000 anni di storia, viene chiamato anche di “36 strade” perché nel XIII secolo qui si stabilirono le 36 corporazioni, ciascuna in una via diversa. Oggi le vie qui sono più di 50 e vengono chiamate Hang (merce) e dal nome del prodotto che viene venduto in ciascuna via. Pho Hang Gai ad esempio significa la via della Seta. La zona è anche nota per le cosiddette “case a galleria”, chiamate così per le facciate strette e alte e per le camere lunghe inventate per non pagare le tasse basate sulla larghezza della superficie. Per il rispetto nei confronti dell’Imperatore, le case di una volta non potevano superare l’altezza dei due piani. Oggi esistono anche quelle più alte, ma non ci sono i veri e propri condomini.

Hanoi naturalmente non è tutta qui, ma ho scelto di descrivervi la parte che mi ha colpito di più, quella della vita dei suoi abitanti. Pittoresca e semplice. Forse incomprensibile a chi, una volta qui, non si lascia alle spalle la propria forma mentis occidentale per cercare di cogliere qualcosa che va ben oltre i nostri canoni comportamentali, sociali e culturali.

Altre cose imperdibili di HANOI: Oltre al Quartiere Vecchio, il lago Hoan Kiem con il ponte e il Tempio di Ngoc Son, le cose che non dovreste perdervi a Hanoi sono: il Tempio della Letteratura, il Museo Etnografico, la Pagoda di Tran Quoc, il Quartiere francese, la Cattedrale di San Giuseppe e per chi vuole e se la sente il Complesso del Mausoleo di Ho Chi Minh.

photo © mirakriz
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Che caos! Ma non mi dispiacerebbe farci un giro 🙂 Concordo con te, quella dell’accatastare oggetti sulle bici è una vera e propria arte!!
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Se ti dovesse capitare l’occasione di poterci andare, mi raccomando, coglila al volo! Grazie del tuo commento!
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Mamma mia ! Favoloso !
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Grazie, cara!
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Finalmente riesco a lasciare un commento a questo tuo articolo che ho letto d’un fiato, e molto apprezzato, non appena l’hai pubblicato! Ahhhh, conosco bene il caos intrigante e pittoresco delle città dell’Estremo Oriente! Migliaia di motorini impazziti e poi auto e tuk-tuk; venditori ambulanti che sembrano equilibristi e che offrono merci e cibi di ogni foggia e tipo. I colori e i profumi della strada sono quanto di più affascinante l’Oriente abbia da offrire…in Vietnam così come in Thailandia! Un bellissimo post, Mira, che rende perfettamente l’atmosfera 😊
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In Vietnam, vedi, ci ho lasciato il cuore. Un po’ per il suo fascino, un po’ per la semolicita’ delle persone. Un po’ perche’ sono un anima vagabonda… Comunque, in Thailandia ci devo andare al piu’ presto. 😍
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