MUSCAT – la perla dell’Arabia

Avevo letto molto e sentito parlare abbastanza da avere le aspettative piuttosto alte su quello che avremo visto in Oman. Ma come tutte le volte, ogni viaggio è una storia a sé, piena di emozioni e di impressioni diverse. Giunti con il volo diretto da Malpensa a Muscat, ci mettiamo subito in fila per ottenere il visto allo sportello Travelex. I 20 rial ad alcuni vengono cambiati a 45 ad alti a 50 euro. La prima certezza di questo Paese è che ha la moneta molto più forte dell’euro. Finiti i controlli ci accoglie la guida italiana che ci farà fare il tour che abbiamo scelto.

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Fin dal primo momento, Muscat si presenta come una città moderna, costruita recentemente, piena di negozi e di macchine di lusso, di palazzi moderni, di centri commerciali e infrastrutture all’avanguardia. Mentre il pulmino ci porta verso il City Season Hotel, lo sguardo si perde lungo le strade larghe e pulite, abbellite da fiori di ogni colore. Viaggiare è facile qui, i cartelli sono scritti anche in inglese. Si, ci tengono tanto al pulizia qui. Non stupitevi se vi dico che a girare a Muscat con la auto sporca di fango si rischia di prendere una multa.

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La modernità attuale è stupefacente se si pensa che fino al 1970 circa, il 90% della popolazione non sapeva né leggere, né scrivere e che tutto questo benessere non esisteva. Dopo aver destituito dal potere il sultano precedente (suo padre Said bin Taimur) con un colpo di stato, l’odierno Sultano Qaboos ha trasformato questo Paese facendolo arrivare in quarant’anni a livello di ogni altra civiltà moderna. A primo impatto la consapevolezza di trovarsi in un paese arabo-musulmano è evidente ma poi piano piano ci si rende conto di quanto Oman sia diverso da altre società islamiche. Nulla a che fare con il Marrocco o la Tunisia insomma. La gente qui è completamente diversa. Gli omaniti sono persone discrete, educate, molto rispettose del prossimo in generale. Perché di fatto il Sultano qui ha scelto di camminare sulla propria strada segnata dalla neutralità politica prima di tutto nonché dalla volontà di dare al suo popolo una vita dignitosa. E di fatto qui non ci sono poveri, non si pagano le tasse, non ci sono furti ne violenze. L’uso di armi è libero ma tuttavia non ci sono omicidi né criminalità, ma esiste la pena di morte. E’ vietata la vendita degli alcolici e di fatto nessuno fuma per strada. Lo spirito comunitario si percepisce in questo popolo fatto di omaniti, beduini (che per la mia delusione non girano sul cammello ma sulle jeep toyota), zanzibarini (per un secolo Zanzibar fu un possedimento dell’Oman) e gli expat (indiani, pakistani, egiziani ed europei) che sono qui per lavorare.

Royal Opera House

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Royal Opera House

La prevista crociera lungo la costa di Muscat oggi non è fattibile a causa del forte vento pertanto optiamo per iniziare la visita di Muscat da Royal Opera House, il bellissimo teatro dell’opera inaugurato nel 2011. L’interno è molto elegante e all’altezza dei teatri europei più famosi del mondo. La formidabile acustica mette in risalto il suono di un grandissimo organo a canne. Un sistema a rotaie ad alta tecnologia permette di dividere il palcoscenico in due e trasformare cosi il teatro in una sala da concerti. Le star internazionali come Placido Domingo hanno contribuito al suo riconoscimento internazionale, placando cosi le critiche locali per gli ingenti costi di costruzione sui quali il sultano ha mantenuto il massimo riserbo. Per la mia grande sorpresa, i prezzi dei biglietti sono accessibili a tutti.

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Sulla strada per la città vecchia, facciamo una sosta sulla spiaggia di Qurum per scattare qualche foto. La vista è davvero formidabile.

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Bait Al Zubair è una abitazione privata oggi trasformata in Museo Etnografico che illustra la storia culturale di questo paese. Espone abiti, costumi, utensili, armi e gioielli tipici dell’Oman. Numerosi kanjar (pugnali tipici) sono appesi alle pareti e tra le varie cose l’occhio mi cade sulle cavigliere in argento con dei sonagli portate nel deserto per allontanare i serpenti. Uomini qui indossando una veste lunga (bianca o di altro colore)nchiamata dishdasha abbinata ad un copricapo chiamato kuma o al turbante massaar. Donne beduine hanno abiti più colorati mentre in città vestono un abito nero coprente sopra abiti normali. Sono impressionanti le maschere usate da alcune tribù per coprire il volto delle donne.

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Dopo la visita del museo, approfittiamo per gustare un caffè espresso italiano veramente buono nel Zubair caffè del cortile. Gli omaniti solitamente bevono il caffè arabo versato dalla tipica caffettiera del beccuccio sporgente chiamata dalla. Questo qahwa con cardamomo è servito in tazzine senza manico e offerto solitamente con i datteri. I datteri qui sono il frutto onnipresente di palma da dattero considerata l’albero della vita sin dai tempi antichi.

Il Palazzo del Sultano che funge da palazzo di rappresentanza è la sede del governo nazionale. L’ordine, il silenzio e la pulizia regnano ovunque. Le poche persone che incontriamo sono vestite in abiti tradizionali e si muovono senza fare confusione. Di fatto non ci sono nemmeno le folle di turisti alle quali si è abituati solitamente nelle città turistiche. Fa piuttosto caldo ma è un caldo secco e piacevole, sopportabile grazie anche alla brezza marina. Si cammina tranquillamente lungo le strade perdendo lo sguardo tra i maestosi palazzi e le strade bellissime.

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Per difendere il porto, i portoghesi che arrivarono qui nel XVI secolo, costruirono due forti: Jalali e Mirani. Il primo fu usato come prigione fino al secolo scorso e oggi è un museo privato del sultano. Nel secondo risiede invece la Guardia reale. Li ammiriamo solo esternamente perché non sono visitabili. Mentre il mare sbatte le onde contro la scogliera del porto, chiudo gli occhi per sentire il suo profumo e respirare quest’aria pulita a polmoni pieni. Che clima fantastico! Alla faccia della nostra Pianura Padana!

Il suq di Mutrah è sicuramente uno dei luoghi imperdibili di Muscat. Scendiamo con le macchine e ci disperdiamo tra i meandri in cerca di qualcosa di particolare da portare a casa. Le lampadine di Aladino, le decorazioni natalizie artigianali, i tessuti variopinti… non si sa cosa scegliere… tutto in un ambiente fortemente profumato d’incenso. Concludiamo la nostra giornata al bar delle Corniche per gustare una spremuta di lime e menta dissetante. Buona, veramente buona, come del resto anche quella di melograno!

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Il giorno seguente completiamo il tour di Muscat con la visita alla Grande Moschea del Sultano Qaboos che non abbiamo potuto vedere ieri perché aperta solo di mattina. La più grande del Paese, è’ di una maestosità impressionante. Si presenta come unione di vari stili di architettura islamica con quelli della tradizione locale. I motivi ornamentali che dominano le arcate e l’aspetto delle cupole richiamano per certi versi l’arte uzbeka e quella iraniana.

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Lo splendido lampadario Swarowski, alto 14 metri, domina la sala principale di preghiera il cui pavimento è coperto da uno dei più grandi tappeti persiani mai realizzati. Anche qui la religione domina tutti gli aspetti della vita quotidiana ma senza fanatismi. Gli omaniti sono musulmani ibaditi (un ramo dell’Islam basato sulla tolleranza e il rispetto reciproco). Di fatto qui esiste la libertà di culto e si può andare a messa di domenica nella chiesa cattolica, ortodossa o protestante.

Mentre lasciamo Muscat, la giornata si presenta calda con il cielo azzurro senza nuvole. Saliamo sulle jeep 4×4 alla scoperta dell’Oman on the road…

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Nel prossimo post vi racconterò un Oman diverso

STAY TUNED

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6 commenti Aggiungi il tuo

  1. Nicoletta C. ha detto:

    Meraviglioso… l’Oman è uno dei miei sogni da tanti anni.. spero di riuscire a visitarlo un giorno!!

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    1. Mira Krizman ha detto:

      Ciao Nicoletta, te lo auguro perché merita davvero… e lo vedrai nei miei prossimi post. Grazie per esserci passata … ciao 🙂

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  2. Karen Saler ha detto:

    Che hello ! Brava…stai benissimo con quella cosa Blu in testa.
    Hai comprato qualcosa in quel mercato. ?

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    1. Mira Krizman ha detto:

      Haha, certo!!!

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  3. Bellissime architetture così bianche. E’ la prima volta che leggo un post sull’Oman, sembra davvero un posto unico!

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    1. Mira Krizman ha detto:

      Si, Laura, e’ un paese fantastico. Grazie per il tuo commento!

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